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La Pieve Romanica
e i suoi tesori
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La Chiesa di San Faustino nella costruzione originale |
La Pieve prima del 1934 (anno in cui avvenne la
costruzione della nuova sagrestia che doveva permettere
lo sgombero dei locali di servizio ricavati nell'interno
della chiesa sul fondo delle absidi) con le Cappelle
costruite dopo il 1750, prima due poi quattro, sfondando
i muri laterali |
La Pieve di San Faustino nel 2008 |
La mole è in laterizio;
in arenaria i basamenti, le riquadrature degli archi e delle
porte. I fianchi del monumento, nella costruzione originale,
portavano 11 lesene in arenaria, alternate con mattoni, nascenti
dallo zoccolo; sopra di esse si appoggiava una teoria di archi
pensili portanti la cornice sulla quale si attestavano le tegole
del tetto. Archetti di minori dimensioni decoravano la sommità
del muro della navata centrale; i fianchi terminavano verso le
absidi e la facciata con pilastri rettangolari prevalentemente
in pietra da taglio. La parte posteriore dell'edificio termina
in tre catini, proporzionati alle navi, anch'essi decorati da
lesene reggenti gli archi. Alcune mensole degli archi sono
scolpite a motivi generici, altre riproducono in bassorilievo
animali simbolici; il materiale è misto di pietra da taglio e di
mattoni. L'interno era pure lavorato in mattoni a vista e a
testa rotata; i pilastri a croce erano formati da quattro
paraste aderenti a un nucleo centrale quadrangolare; le due
verso la navata a faccia piana e le altre due, verso
l'intradosso degli archi, a forma semicircolare e reggenti gli
stessi archi per mezzo di capitelli cubici in stile romanico di
primitiva semplicità; solo i capitelli delle colonne del
presbiterio e dei due pilastri che seguono hanno bugne
rudimentali negli angoli, tutti gli altri hanno forma squadrata,
geometrica.
L'interno della Pieve con soffitto a capriate |
Pala attribuita al Garofalo |
Affresco duecentesco |
Tabernacolo in marmo |
Nel 1853 per
desiderio del prevosto don Antonio Beltrami l'architetto Costa
per ammodernare, avvolse le colonne con intonaco, modellando
antiestetiche lesene. Nel 1934 don Cipriano Ferrari cercò di
riportare la chiesa allo stile primitivo: l'interno, tutto in
cotto, si svestì dell'intonaco; sparirono i cornicioni,
rivestimenti e pareti; vennero recuperate le colonne in cotto
coi capitelli in arenaria e fu ripristinato il soffitto a
capriate nella navata centrale. Sopra l'altare al centro
dell'abside, venne in luce un affresco di Vergine col Bambino
coperto fino ad allora da un bellissimo quadro attribuito al
Garofalo. Nel 1952 altra importante modifica: venne abbassato il
pavimento di 35 cm. recuperando i plinti delle colonne fino ad
allora nascosti. I lavori per riportare allo stato originale il
resto delle navate laterali furono ripresi nel 1976 con don
Lanfranco Lumetti. Con l'attuale parroco don Francesco Alberi
nel 1994 si sono eseguiti lavori di conservazione alle
decorazioni pittoriche sul fondo del protiro (raffigurante i
Santi Faustino e Giovita) e i lacerti di affreschi sui fianche
della Chiesa ed anche di consolidamento e di stuccatura a tutte
le parti in arenaria della Chiesa stessa, che andavano via via
sgretolandosi.
Cristo Redentore (donazione) di autore ignoto |
Donazione fatta nel 2005 da Renzo
Ruozzi in memoria della moglie Ilde Nanetti |
Donazione fatta nel 2005 da Renzo
Ruozzi in memoria della moglie Ilde Nanetti |
Madonna con Bambino in ceramica |
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IL CIMITERO |
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